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27 Aprile 2024

Abdulino va alla guerra

di Annalisa Civitelli
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Abdulino va alla guerra

Gli spettacoli messi in scena dalla compagnia ‘Circomare Teatro’ narrano le vicende di maschere legate alla contemporaneità, adattate, sia nelle vocalità, sia nelle movenze, alla tradizione. Quindi: lazzi, giocoleria e scene paradossali si legano al sociale e alla quotidianità, senza però criticarne il senso. Al Roma Fringe Festival 2016, un altro esempio di commedia dell’arte è approdato grazie ad 'Abdulino va alla guerra', di e con Alessandra Cappuccini, Luisa Ciavattini, Mario Umberto Carosi, Andrea Onori e Mariagrazia Torbidoni, per la regia di Mario Umberto Carosi. Lo spettacolo è introdotto da un gruppo di 'giullari-cantori' che, come in una piazza, in mezzo al pubblico ha intonato il suo primo ritornello. Abdulino è un Arlecchino dei tempi nostri. Egli è immigrato e, in quanto tale, lavora duramente. La nazione di ambientazione (dalla sinossi: un Paese occidentale), che a nostro avviso rimane aleatoria, si appresta a intervenire in una guerra oltremare. Le persone potenti, i politici, gli industriali e i generali dell’Esercito devono comunicare al popolo la loro decisione: quella di intervenire. Colombina, così, viene incaricata dell’organizzazione della ‘conferenza’, mentre Abdulino, al suo primo giorno di lavoro, viene arruolato contro la sua volontà. Una storia, dunque, che ci pone di fronte agli attuali problemi lavorativi e di precariato; a quelli dell’immigrazione; al razzismo; alle decisioni dei poteri più forti; a quelli generazionali alle prese con l’amore, la solitudine e al matrimonio. Una performance assai diversa rispetto a 'La legge dei denari' (già andato in scena al Fringe capitolino di quest’anno), la quale, più cadenzata, emerge per ritmo, storia e forme attoriali. 'Abdulino va alla guerra', d’altro canto, sembra non avere il 'mordente' necessario per catturare l’attenzione del pubblico, sebbene le basi della commedia dell’arte ci siano tutte, anche se in chiave edulcorata. Abbiamo altresì constatato che, proprio in occasione di una rassegna come il Fringe, in cui la possibilità di vedere gli spettacoli più volte può essere necessario, 'Abdulino va alla guerra' viene modificato in brevi passaggi, usando tecniche di improvvisazione teatrale. Il tentativo di musicare delle canzoni c’è e fa emergere un grido di contestazione: “Se continuate a far la guerra…”. Abdulino si domanda, verso il finale: “Chi ha distrutto il mio Paese"? Tanto da pensare di farsi saltare in aria con una bomba. Simpatica è l’interazione con il pubblico: gli attori chiedono quale potesse essere il modo migliore di continuare l’esibizione, se far scoppiare l’arma, oppure, tramite un rewind, ripetere la scena e lasciarla al suo posto, senza farla esplodere. Un lieto fine solleva il pubblico e mette pace tra gli essere umani. La performance è in ogni caso significativa in una ‘chiave’ interpretativa ‘Fringe-style’: bizzarra, colorata, divertente.

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FOTO A CURA DI: ANNALISA CIVITELLI


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