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8 Maggio 2024

Antigone fotti la legge

di Vittorio Lussana
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Antigone fotti la legge

Lo spessore artistico di Giovan Bartolo Botta e del suo gruppo di attori, la compagnia ‘Produzione nostrane-Ultras teatro’, mi costringe a scomodare la ‘penna’ per sottolineare un momento di cultura di prim’ordine, che ha letteralmente incantato queste prime notti trascorse a Villa Ada in occasione del Roma Fringe Festival 2016. Conoscevamo il ‘talento’ di Giovan Bartolo: già nelle sue esibizioni degli scorsi anni, ci avevano colpito le colte citazioni letterarie e teatrali che egli ‘infilava’, un po’ a sorpresa, nei suoi monologhi satirici. Sembravano elementi puramente ‘nozionistici’, inseriti con l’intento di dare un 'tono’ al genere ‘stand up’. Ma quest’anno, Botta ha voluto prodursi in un lavoro assai più impegnativo, una tragedia vera, dimostrando di nutrire un amore profondissimo nei confronti del teatro: una passione autentica, grande almeno quanto quella per il ‘suo’ Torino. E infatti, Botta prende i suoi attori, inocula loro la parte trasformandoli in interpreti ‘strepitosi’, gli mette addosso la maglia ‘granata’, mescolando in tal guisa le sue due passioni più ‘sfegatate’ e, finalmente, li manda in scena. Fermando il tempo. Regalandoci una rappresentazione perfetta. Incantandoci con una tragedia ben interpretata da ogni singolo personaggio. Di questi tempi e con tutto quel che succede nel mondo, chi ha voglia di assistere a una tragedia? Ebbene, Giovan Bartolo Botta questa ‘voglia’ te la fa venire. Botta è un ragazzo simpatico, con il suo ‘look’ da ‘leoncavallino’ e il suo 'buffo copricapo' sempre in testa. Che non è affatto un berretto, ma la corona di un re. E non ci stiamo riferendo a Creonte, ma proprio a lui: a sua Maestà Giovan Bartolo Botta. Antigone fotte la legge, poiché essa non rappresenta affatto la giustizia, ma soltanto una miserabile, spaventata, preghiera di coloro che ci governano, o che tentano di farlo. Noi siamo la giustizia: altro che Matteo Renzi e ‘menate’ varie. Non può esistere norma giuridica che possa impedire a una ragazza di dare degna sepoltura al cadavere del proprio fratello. E questa è politica, signori cari! Secondo il cattolicesimo, la donna è la regina del ‘focolare domestico’; per il comunismo, è la regina della ‘prole’, ovvero colei che genera il proletariato in quanto ‘classe’; per la ‘vera politica’, invece, la donna è una regina: punto e basta! Questo ragazzo piemontese, stavolta ha fatto il ‘salto’, riportandoci Sofocle in compagnia di Bakunin e Andrea Costa, trascinanondoci sino alle radici più autentiche della cultura socialista internazionale. La quale, non ha solamente generato, madre ‘snaturata’, il socialismo rivoluzionario di Benito Mussolini e il materialismo storico di Antonio Gramsci, bensì ha sempre mantenuto, all’interno del proprio perimetro, anche le correnti più libertarie, laiche, antiburocratiche e umanitarie di tutte le epoche e di tutto il mondo. Antigone disobbedisce al Governo e alla monarchia. Il ‘sistema’ cerca allora di bloccarla, di neutralizzarla, ma lei s’impicca all’interno della grotta nella quale è stata fatta prigioniera, pur di mantener fermo il proprio punto di vista. Che altro non è che un principio, alla cui sommità vi è solamente lei stessa in quanto rappresentante dell’umanità. Un’umanità che, sin dagli albori del mondo, ha sempre portato rispetto nei confronti dei propri defunti. La politica, o torna a basarsi su valori, tradizioni e principi autentici, oppure non è. E’ dunque Antigone ad aver fondato la ‘sinistra’ nel mondo: Sofocle si è semplicemente limitato a stenderne l’atto di nascita con cento anni di anticipo rispetto alla fondazione di Roma e più di 4 secoli prima di Cristo. Ed è dunque lei, Antigone, la donna che noi tutti amiamo, che ci giudica e ci redarguisce ancora oggi, la ‘donna-cannone’ di De Gregori che merita pienamente il titolo di ‘eletta’ del popolo, di ‘eletta’ dal popolo, di ‘eletta’ tra il popolo. L’anarchia combatte ogni forma di governo ricordando agli uomini che essi vengono ‘prima’ delle leggi, prima dello Stato. Soprattutto, quando sono in gioco i nostri valori di umanità, di esseri incolpevoli e sperduti nell’universo. Dobbiamo ringraziare Giovan Bartolo Botta per essere tornato a Roma e averci ricordato tutto questo: per averci ‘scagliato addosso’ questa meritatissima ‘badilata’ di ‘merda’. Che è la nostra stessa ‘merda’, sia chiaro per tutti: la nostra arroganza, la nostra amoralità, la nostra ormai più totale mancanza di valori e di virtù. ‘Antigone fotti la legge’ è senz’altro lo spettacolo migliore di questo primo ‘ciclo’ di rappresentazioni del Roma Fringe Festival 2016.

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Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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