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24 Aprile 2024

Mozza

di Giorgio Morino
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Mozza

Per alcuni, il mare è semplicemente vacanza e ‘otium’. Per altri, il mare è lavoro e sudore della schiena su una barca. Per tanti, il mare è sacrificio, forza che dona e che toglie senza scrupoli, luogo indefinito dove perdersi e in cui ritrovarsi. Non potrebbe essere altrimenti per chi, come la protagonista del monologo ‘Mozza’, il mare ce l’ha dentro. Questa ragazza, cresciuta con gli insegnamenti del nonno, pescatore e vero uomo, che il mare ce lo aveva “dentro di sé” perché lo aveva 'bevuto tutto' durante la sua vita con orgoglio, decide di vivere su un peschereccio chiamato ‘Briglia d’oro’: come il cavallo di Orlando; come il peschereccio del nonno. Perché questa ragazza la terra non la vuole neanche vedere: lei, il ‘mal di mare’, lo ha sempre sofferto sulla terraferma. Claudia Gusmano, autrice, regista e interprete di questo monologo, intenso e coinvolgente, regala agli spettatori la sensazione di trovarsi davvero in mezzo al Mediterraneo, in compagnia di questa giovane senza nome, la cui unica compagnia è un gabbiano custode dei suoi pensieri, fantasie e ricordi. Tra il racconto delle vicende di Orlando e Rinaldo, la descrizione di una vita a terra che sembra intollerabile e priva di significato. Il mare, se lo si riesce a ‘bere’ fino all’ultima goccia, come ha fatto il nonno della protagonista, è tutto. Un monologo magistralmente interpretato, che 'profuma' di Sicilia e di ‘salsedine’ in ogni sua parola. Una scelta consapevole, quella di vivere in mare e per il mare. Perché soltanto attraverso il mare la protagonista riesce a sentirsi davvero se stessa. Essere Dio. Perché, come era solito dirle suo nonno: “Dio è ovunque e in ogni cosa; Dio è quello che siamo e quello che facciamo: sta a noi scegliere se seguire la nostra ‘rotta’ ed essere Dio per intero, oppure accontentarci ed essere dio solo a metà”.

PALCO C 29/8 ore 21.20 – 31/8 ore 23.10 – PALCO A 2/9 ore 22.15

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