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29 Marzo 2024

La nebbia

di Marcello Valeri
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La nebbia

Sul palco del Roma Fringe Festival, Valentina Ferrante e Federico Fiorenza fanno sorridere e, al contempo, riflettere

Valentina Ferrante e Federico Fiorenza portano sul palco del Roma Fringe Festival 2019 la follia del 'gregge' nello spettacolo teatrale ‘La nebbia’: una produzione ‘Quasiteatro’, con la collaborazione della 'Nuova compagnia teatrale del Canovaccio' di Leonforte (Enna) e di ‘Cane capovolto’. La piéce, scritta, diretta e interpretata da Valentina Ferrante e Federico Fiorenza, con le musiche di Alessandro Aiello, racconta la tendenza all’appecoronamento di un’Italia priva d’identità, nella sua inclinazione a seguire le follie dei ‘mostri’ che essa stessa produce. Il singolo è un individuo smarrito che, in genere, trova la sua collocazione, la sua tranquillità, nel conformismo. Ma dalla massa, di tanto in tanto, emergono dei ‘mostri’ che non spiccano certo per le loro qualità umane ma, al contrario, per l’assenza di esse. La coscienza della ‘pecorella smarrita’ viene annebbiata dal carisma del nuovo leader, inducendola a seguirlo nelle sue follie. La pazzia del singolo diventa follia del ‘gregge’, conducendolo a commettere azioni disumane in nome dell’adorazione del 'capitano folle'. Un capitano sensuale e spietato, vicino alla massa nelle sue espressioni più elementari, come il mangiare. Lo spettacolo trae ispirazione dalla lettura del libro ‘Caro duce ti scrivo’ di Roberto Festorazzi (Ares Edizioni): la collezione di missive di adorazione inviate a BNebbia_3.jpgenito Mussolini dagli italiani che si accosta, in modo orribile, ai fatti dei giorni nostri. Il ‘loop’ musicale che accompagna dialoghi e monologhi dei due attori testimonia la ciclicità, ma anche la ripetitività, degli eventi storici. Una rappresentazione acida, arricchita da un’ambientazione autunnale, fredda, quasi crepuscolare. Un testo particolare ed elettrico, per un’interpretazione, quella di Fiorenza, che in più di un passaggio suggerisce l’amarezza per il qualunquismo di fondo del nostro Paese. La voce di Valentina Ferrante riesce a rendere la drammaticità degli eventi di guerra narrati. Il dolore della madre del bambino senza colpa, che muore durante uno dei tanti naufragi nel Mediterraneo e le movenze dei corpi trasferiscono al pubblico le sequenzialità concettuali. Il passato s’intreccia, tuttavia, col presente, attraverso la rappresentazione dei segnali elettrici delle connessioni sinaptiche. Come suggeriva Luigi Pirandello, quando nei rapporti umani a farla da padrone é la ‘corda pazza’, la convivenza tra le persone nella società diviene un inferno, un conflitto continuo tra gli individui. Una messa in scena che riesce a trascinare il pubblico con naturalezza nell’idolatria del capitano, con lo stratagemma dell’esperienza comune. Il pubblico diventa parte integrante della rappresentazione. Uno lavoro fresco, attuale, che fa riflettere. Per non dimenticare e non farsi ‘fregare’. Eccellente.

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LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI MARCELLO VALERI

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