Primi giorni della missione alla ‘religious mesons’ di padre Hygord Amédée, haitiano, delegato dell’associazione ‘Tota Pulchra’ per Haiti, Repubblica Dominicana, Panama e Venezuela
L’associazione ‘Tota Pulchra’ è in missione ad Haiti e Santo Domingo per aiuti e donazioni, al fine di creare nuove prospettive per più bisognosi. In questi giorni, monsignor Jean Marie Gervais, assieme al reverendo, padre Hygord Amédée, sono partiti dalla casa arcidiocesana ‘Maria de la Altagracia’ con l’autista e guida José Taberas, accompagnati dalla suora Marie Guerda Excéus. Grazie alla loro preziosa collaborazione, si è riusciti a regolare le non semplici attività burocratiche per ritirare le prime casse di aiuti e derrate alimentari provenienti dal porto di Genova. Tante le procedure doganali da correggere, perché non si trattava di mercanzia, bensì di donazioni della Caritas. Subito è iniziato un febbrile scambio di telefonate tra l'arcidiocesi e la Caritas della diocesi ‘San Pedro de Macoris’, grazie alla figura del padre direttore, Fisner Vaillant e Joel Kano, il 'subcolectore' dei magazzini. Così, dopo aver individuato la soluzione, José Taberas ha accompagnato la delegazione presso l’agenzia ‘Benefitsonmadison’ presso la 'Fintec Solutions company', per sbloccare concretamente la situazione. La legale rappresentante, Marie Guerda Excéus, è risultata fondamentale per risolvere l’incaglio burocratico.
La missione, per via dei disordini in corso ad Haiti, aveva subito ritardi e costi aggiuntivi già in Italia, ancor prima di partire. A Santo Domingo sono tutti impegnati, in un modo o in un altro, per le prossime elezioni, che si terranno a maggio. Si tratta di consultazioni sia presidenziali, sia per eleggere i parlamentari. La situazione alla frontiera tra i due Paesi che si contendono l’isola caraibica, in ogni caso rimane blindata per via della guerra civile esplosa ad Haiti. Un conflitto organizzato per bande, a loro volta divise in diversi clan, sui quali domina incontrastato Jimmy Chérizer, anche noto con il soprannome ‘Barbecue’, poiché accusato di uno dei peggiori eccidi avvenuto nelle bidonville di Port au Prince, dove ha liberato più di quattromila detenuti. Attualmente, Chérizer è il più potente e temuto personaggio di Haiti: ha respinto il piano degli Stati Uniti per porre fine al caos nel Paese e afferma di voler liberare la sua terra “dai politici tradizionali e dagli oligarchi corrotti”. Tra il popolo di Haiti, tuttavia, c’è maggior simpatia per Guy Philippe. Nato il 29 febbraio 1968, si tratta di un ex agente della Polizia haitiana con un passato di riciclaggio di denaro per cui è stato anche condannato. Costui aveva già guidato il colpo di Stato haitiano del 2004 contro il presidente Jean-Bertrand Aristide.
Sia come sia, se non fosse per le auto e le moto di piccola cilindrata (massimo 150, ndr), il caos di Port au Prince assomiglia molto alla 'caciara' di Roma, con code, strombazzamenti dei clacson e spazzatura fuori dai raccoglitori in bustoni di plastica. Solo alcune strade sono asfaltate. E durante le code ai semafori, gli ambulanti cercano di venderti di tutto: lecca lecca, mais, barrette di sesamo, tergicristalli, coprivolante, occhiali da sole e piante da giardino. Alla fine, dopo una mattinata passata a cercare di risolvere gli inconvenienti alla dogana, la delegazione è riuscita a far ritorno a Santo Domingo.
Sull’isola, già alle 8 del mattino il caldo-umido si fa sentire. E non si sa se è peggio dell’aria condizionata che ti appiccica addosso l’unguento antizanzare. Di recente, tra l'altro, la casa arciicesiana ha festeggiato i 50 anni del proprio Cammino catecumenale. Numerose le vocazioni nate in seno al Cammino: chiamate al matrimonio, al sacerdozio e, per tutti, alla missione. Ogni anno, la celebrazione del 13 marzo viene vista come l’occasione per ringraziare il Signore dei tanti doni ricevuti in cinque decadi di presenza sul territorio diocesano. Persone distinte si aggirano in mezzo al verde e negli ambienti circostanti. La casa arcidiocesana ‘Maria de la Altagracia’, infatti, è uno dei luoghi più prestigiosi della capitale della Repubblica Dominicana, dove tanti domenicani trovano lavoro e insegnano ai giovani come in una grande scuola di formazione dedicata, soprattutto, al turismo. Il nostro arrivo dall’Italia, inoltre, è stato salutato con canti e balli da tutti i componenti della casa religiosa. Ignazio, una figura che si rivela sempre più preziosa sin dal nostro arrivo, va sempre in giro con un cartello raffigurante la Madonna di Altagracia e la frase ‘Dónde floreció el naranjo’ (letteralmente: dove sbocciò l’arancia, ndr). La tradizione, infatti, vuole che la costruzione della basilica dedicata alla madre di Gesù, che durò dal 1954 al 1971, sembra sia avvenuta nello stesso luogo di un’apparizione mariana. Ma esistono diverse versioni della vicenda, una delle quali riconducibile addirittura all’arrivo di Cristoforo Colombo, in quel famoso 12 ottobre 1492. Qui, Papa Giovanni Paolo II, il 25 gennaio 1979 benedisse il Santuario di Altagracia - oggi basilica di Higüey - e il 12 ottobre 1992, alla sua seconda visita nel Paese, incoronò personalmente l’immagine della ‘Vergine di Altagracia’ con un diadema d’argento dorato. La delegazione di giornalisti, al seguito della missione, è entrata subito con lo spirito del luogo, fondamentale per entrare in contatto con la stampa locale per la diffusione delle attività dell’associazione ‘Tota Pulchra’ e far conoscere la missione in tutta l'America Latina. Oggi, non si è riusciti a raggiungere l’Arcivescovado, ma nei prossimi giorni, dopo gli ultimi accordi con la dogana, sarà possibile farlo.
QUI SOPRA, DA DESTRA: PADRE HYGORD AMEDEE CON MONSIGNOR JEAN MARIE GERVAIS E SUOR MARIA
AL CENTRO: IL MITICO JOSE' TABERAS, AUTISTA E GUIDA
IN APERTURA: LA BASILICA DI 'NUESTRA SENORA DE LA ALTAGRACIA' A SANTO DOMINGO