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20 Aprile 2024

Un nuovo fenomeno climatico estremo: l'effetto 'stau'

di Claudia Conte
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Un nuovo fenomeno climatico estremo: l'effetto 'stau'

Un disastro come quello emiliano-romagnolo ha spinto molti di noi a cercare risposte, per riuscire a comprendere la dinamica dell’accaduto e come gestire meglio, in futuro, cataclismi di questo tipo

Un onore indossare la divisa dell’Esercito italiano e conoscere le donne e gli uomini che, in prima linea, insieme alla Marina militare, all’Aeronautica e ai Carabinieri, tutte forze coordinate dalla Protezione civile, hanno fronteggiato notte e giorno, senza sosta, l’emergenza alluvione in Emilia Romagna, prima salvando vite umane e, in questi giorni, recuperando le case, per ridare a tutti gli sfollati il tetto che, in questo momento, ancora non hanno. Un’organizzazione indispensabile e insostituibile.
Il maltempo che ha colpito nei giorni scorsi l'Emilia Romagna e parte delle Marche ha causato danni devastanti, oltre che morti, feriti e migliaia di isolati. Intere zone della regione sono finite sott'acqua allagate. Perlustrando la zona con l’Esercito italiano abbiamo infatti scoperto una dinamica agghiacciante: l’effetto 'stau' (termine di provenienza tedesca che significa ‘ristagno’, ndr). Si tratta di un fenomeno atmosferico che si traduce nella perdita di umidità da parte di una corrente d’aria, che ha risalito gli Appennini condensandosi e precipitando con violenza sottoforma di pioggia. In pratica, le correnti di grecale cariche d’umidità si sono scontrate con il contrafforte appenninico, scaricando ingenti quantità di pioggia in maniera costante nelle stesse zone, stazionando per giorni sopra lo stesso territorio. Come se non bastasse, vi sono state ulteriori agAlluvione_2.jpggravanti: la perturbazione si è fermata protraendo il maltempo, mentre forti raffiche di bora, provenienti dalla costa, hanno ostacolato il deflusso delle acque dall’Appennino verso l’Adriatico. In sostanza, è stato proprio il mar Adriatico a ‘fare barriera’, impedendo lo scorrimento delle acque con un gigantesco ‘effetto piscina’, tanto in campagna, quanto nelle città.
La tragedia ha colpito anche il nord delle Marche, con fiumi esondati che hanno invaso case, coltivazioni e, soprattutto, le abitazioni ai piani bassi, i cui abitanti sono rimasti a lungo intrappolati. Una combinazione di effetti che, quando giunge la primavera, possono anche capitare. Ma di solito si tratta di fenomeni il cui impatto ricade anche su altre regioni italiane, per poi spostarsi verso sud-est. In situazioni normali, tutto ciò riguarderebbe soprattutto il sud d’Italia, ma stavolta le cose sono andate diversamente: c’è stato un blocco al transito della bassa pressione, impedito dalle due aree di alta pressione in quota e, al contempo, da continue formazioni di minimi sull’area romagnola.
L’effetto ‘stau’,
in realtà, è un fenomeno conosciuto in meteorologia, che però capita assai raramente in Europa: è un segnale di tropicalizzazione del clima. Inoltre, dopo aver scaricato una ‘bomba d’acqua’, di solito la perturbazione, spostandosi, perde d’intensità, indebolendo le precipitazioni. In questo caso, invece, il ristagno è stato quasi ‘statico’, stazionando nelle stesse zone per interi giorni.
Tra aiuti e polemiche politico-ambientali, l’evento ha trovato risalto anche all’estero, data la sua gravità. In sostanza, si apre ufficialmente il dibattito sulle condizioni climatiche estreme, a cui dovremo far fronte nel corso dei prossimi anni, senza più negare il tema nel suo complesso.
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QUI SOPRA: CLAUDIA CONTE PRONTA PER SALIRE SULL'ELICOTTERO

AL CENTRO: UN'IMMAGINE DELL'EFFETTO PISCINA CREATOSI NELLE CAMPAGNE ROMAGNOLE

IN APERTURA: LA NOSTRA INVIATA CON IL GRUPPO ELICOTTERISTI DELL'ESERCITO ITALIANO


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