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19 Aprile 2024

Ipotesi Metaverso

di Emanuela Colatosti
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Ipotesi Metaverso

La mostra-evento di Palazzo Cipolla è un’immersione nella mente dei creatori di mondi dal Barocco sino a oggi, nata da un’idea del professor Emmanuele Emanuele e promossa dalla Fondazione Terzo Pilastro Internazionale, a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi

E’ in corso a Roma, dallo scorso 5 aprile fino al 23 luglio 2023, presso Palazzo Cipolla, la mostra-evento ‘Ipotesi Metaverso’: un’immersione in nuove dimensioni spaziali/esistenziali e nei mondi immaginari di 32 artisti (16 storici e 16 contemporanei) in dialogo tra loro nel territorio dell’immaginazione, dal Barocco sino a oggi. 15 ambienti per altrettanti percorsi multimediali e multisensoriali, che trasformano lo storico palazzo romano di via del Corso in un viaggio tra linguaggi e visioni, virtuale e reale, per una mostra tra le prime del genere su scala internazionale, ideata e fortemente voluta dal professor avvocato Emmanuele Emanuele e a cura di Gabriele Simongini e Serena Tabacchi.
La rassegna vede insieme opere storiche di Carlo Maratti, Andrea Pozzo, Giovanni Battista Piranesi, Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Fortunato Depero, De Pistoris, Giorgio de Chirico, Maurits Cornelis Escher, Victor Vasarely, Ugo Nespolo, Giulio Paolini, Giuseppe Fiducia, Pier Augusto Breccia, Alfredo Zelli, Cesar Santos, insieme a creazioni site-specific di alcuni tra Ipotesi_Metaverso_Luca_Perazzolo_4.jpggli artisti digitali più innovativi e dirompenti della scena contemporanea italiana e internazionale: Robert Alice, Refik Anadol, Alex Braga, Joshua Chaplin, Sofia Crespo e/and Feileacan McCormick, Damjanski, Primavera De Filippi, fuse*, Fabio Giampietro con/with Paolo Di Giacomo, Krista Kim, Mario Klingemann, Pak, Joe Pease, Federico Solmi, Sasha Stiles e Pinar Yoldas. Contemplazione e immersione, intimità e partecipazione corale, percezione quasi simultanea del ‘materiale’ e dell’immateriale sono le esperienze che la mostra propone allo spettatore, da vivere quasi simultaneamente.
Palazzo Cipolla
non è nuovo a questo genere di sperimentazioni: dalla storica mostra di Bansky a Quayola, passando per London Calling per arrivare fino a Ipotesi Metaverso, il palazzo ottocentesco affacciato sul centro storico della capitale, per volontà del presidente Emanuele che vi ha realizzato ben 59 mostre in poco più di vent’anni, si è sempre configurato come avamposto contemporaneo della capitale, intercettando nuove tendenze e nuovi linguaggi, promuovendo l’arte contemporanea in ogni sua coniugazione e sfumatura. "Già nel 2021", spiega Emmanuele Emanuele, "portando a Palazzo Cipolla la mostra del media-artist, Quayola Re-coding, ho voluto dimostrare, attraverso un linguaggio completamente nuovo, che le tecnologie più attuali si mettono al servizio dell’atto creativo in tutte le sue forme, offrendo all’artista ed ai suoi fruitori nuovi strumenti per esplorare l’ineffabile mistero del fare arte. E oggi desidero proseguire in questo solco improntando l’attività espositiva alla modernità della mIpotesi_Metaverso_Luca_Perazzolo_7.jpgia visione e all’apertura universale del mondo alle sue diverse proposizioni: da qui, come detto, nasce la mostra Ipotesi Metaverso. Spero sinceramente che questa mostra, nella quale abbiamo chiamato a esporre giovani artisti noti già nel mondo, in Oriente, in America, in Europa, possa dare contezza di questa mia visione innovativa e radicalmente rivoluzionaria. Ma soprattutto, mi auguro che da questa esperienza scaturisca il conforto di una visione positiva del mondo che si evolve, che non si arresta e che continua, con mezzi differenti dal passato, a produrre emozioni universali”, sottolinea il professor Emanuele, che aggiunge: "Questa mostra si configura come la sintesi di quello che è il mio pensiero, ovvero che oggigiorno è necessario ed imprescindibile coniugare la tradizione con il nuovo che avanza, con il mondo digitale, con l’apporto delle nuove tecnologie, che costituiscono una vera rivoluzione anche nella maniera di manifestare il sentimento che è, fin dall’alba dei tempi, alla base dell’opera d’arte. A chi teme che la tecnologia possa sopraffare le specificità dell’essere umano, rispondo con la convinzione secondo cui l’umanità saprà trovare le risorse giuste per convivere con essa e non esserne totalmente asservita. In altre parole", conclude, "ne sfrutterà le potenzialità affinché migliorino qualitativamente il nostro vivere. Per questo credo fortemente alla coesistenza del passato e del futuro e, come ho detto prima, ritengo che anche l’arte si sia uniformata a questa compresenza”.
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LE FOTO UTILIZZATE NEL PRESENTE SERVIZIO SONO DI LUCA PERAZZOLO, CHE RINGRAZIAMO


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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