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26 Aprile 2024

Kyrahm: Human Installation XXIII

di Michela Diamanti
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Kyrahm: Human Installation XXIII

Una performance estrema di autentica 'live art': dal sangue, un abbraccio per un messaggio di pace

Persone provenienti da diverse parti del mondo hanno effettuato un prelievo di sangue, che sarà nutrimento per la coltivazione di un fiore nelle Terre dei nativi americani. Simultaneamente, un abbraccio di pace scambiato tra persone diverse, i cui Paesi sono in conflitto, ha accompagnato la performance. Una rappresentazione diventata un invito all’amore universale contro il razzismo e la guerra, in un momento storico lacerato da conflitti vicini o lontani, a causa dei quali a pagare il prezzo del sangue sono i soggetti più vulnerabili. E' stata la storica dell’arte Sibilla Panerai, dell’Università di Pescara, a presentare il nuovo lavoro di Kyrahm, effettuando un excursus delle sue opere più significative, che hanno segnato il panorama dell’arte contemporanea in Italia e all’estero. “Se dopo aver visto un’azione artistica la tua vita continua a essere quella di prima, allora non hai assistito a una performance”, afferma Kyrahm in persona. Domenica 8 gennaio 2023, presso il Teatro Tordinona di Roma, si è svolta la nuova performance, dal titolo ‘Human Installation XXIII’: Graal dell’artista Kyrahm, operante in amKyrahm_regista.jpgbito internazionale, conosciuta per la sua arte estrema tra live e performance art, videoarte e cinema sperimentale. Autrice di opere spesso sconvolgenti, ha ottenuto in Italia e all’estero premi e riconoscimenti. Durante la nuova performance, persone di diversi Paesi e culture hanno effettuato un prelievo di sangue in un rituale antico. L’intenzione è portarlo in una riserva indiana in Arizona e sarà il nutrimento per la coltivazione di un fiore nelle Terre dei nativi, spazi ‘concessi’ a coloro che dovrebbero viverci di diritto. Uno spettacolo che ha scavato fino alle radici delle origini del razzismo. La raccolta del sangue è parte di un processo di de-significazione dei simboli del predominio occidentale, dove il versare sangue in un terreno non è sinonimo di guerra, ma un atto d'amore. L’opera sarà inoltre oggetto di un documentario di Kyrahm e Julia Pietrangeli (nomination premio Globo d’oro 2019 e miglior regia per la sezione ‘Documentario social’ al World Film Festival, ndr). Nella ‘performance art’, a differenza del teatro, tutto ciò che avviene è reale, non c'è interpretazione: nessuno reciterà. La ‘performance art’ ha origini antichissime, ma nel mondo occidentale è solo dagli anni ’60 del secolo scorso che assistiamo, prima con l’azionismo viennese e con la body art estrema, in seguito con la ‘violazione’ della carne, a questa forma d’arte, vissuta in quanto evento epocale. L’opera ha visto il coinvolgimento di artisti e persone note nella scena underground europea. Tra gli ospiti: Alessandro Kola, fondatore del progetto di Fakir-show&suspension ‘Freak's Bloody Tricks’. Presenti anche Bloody Cirkus, Fabio Cappa e Antares Misandria, attivi nella scena underground. Il canto del soprano Giulia Nardinocchi, la cadenza del dj Jozimar e la danza africana di Keba hanno accompagnato l’azione in un incontro di corpi, linguaggi artistici e poesia in una nuova chiave ritualistica urbana, che ha ribadito come l’umanità sia un unico tessuto e il sangue sia uguale per tutti. Alle 23.00 ora italiana è avvenuto, inoltre, durante la performance, cominciata alle 21.40 con una serie di azioni anche estreme, un abbraccio di pace tra persone che nel proprio Paese di origine vivono l’esperienza della guerra. Alla stessa ora, sono avvenuti altrettanti abbracci di solidarietà in diversi Paesi del mondo. Hanno aderito: Andrea Zittlau, artista e ricercatrice dell'Università di Rostock (Germania); Fenia Kotsopoulou, artista greca ed insegnante di performance art all'accademia di Arhem (Olanda); Giulia Casalini, curatrice, artista e ricercatrice da Londra; Oscar Sanchez (Messico); Adriana Golpe (Valencia, Spagna). A precedere l'evento, i due body artist Kola (Berlino) e Kyrahm hanno performato ‘Hot Warm Up’, da cui è nata la serie fotografica ‘Black Ink and White Skin’, che li ritrae a letto. "Make Love, Not War" era il motto di queste immagini, scattate in un omaggio a ‘Bed In’ di John Lennon e Yoko Ono i quali, nel 1969, vissero per 14 giorni a letto, per protestare contro la guerra in Vietnam. Kyrahm è un'artista italiana operante nell'ambito della performance art, la videoarte e il cinema sperimentale. Nel 2008 ha fondato il movimento artistico-performativo ‘Human Installations’ e ha avviato un sodalizio professionale con la regista e performance artist, Julia Pietrangeli. Ogni performance diviene un progetto di videoarte che prende parte a rassegne, festival ed esposizioni in Europa, America Latina e Stati Uniti. Nello stesso periodo, Kyrham ha incontrato anche l’artista americano Ron Athey, a cui ha dedicato ‘Sacrifice’: una performance estrema sul rapporto tra body art e iconografia cristiana. Nel corso degli anni, si è occupata di opere che affrontano tematiche sociali, come: carcere, migrazioni, omofobia, lotta alle mafie. ll suo lavoro è oggetto di studio presso scuole d’arte, Accademie e Università, in Italia e all’estero, in cui ha ottenuto premi e riconoscimenti (premio ‘Arte laguna’ di Venezia come miglior video e nella sezione 'Comizi d’amore' del Festival del cinema ‘Arcipelago’, ndr), diventando nel corso degli anni uno dei punti di riferimento della ‘live art’ italiana, al punto da essere spesso citata e/o coinvolta in progetti da esponenti della cultura mainstream che attingono dalla sua ricerca.

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