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20 Aprile 2024

Giulietta e Romeo dei Balcani: 'Sarajevo mon amour' è un grido di pace

di Emanuela Colatosti
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Giulietta e Romeo dei Balcani: 'Sarajevo mon amour' è un grido di pace

Lo spettacolo vincitore del premio ‘Mauro Rostagno’ 2019, aggiudicato a ‘Farmacia zooè’, è uno straordinario esempio di teatro civile che ha debuttato per la prima volta a Roma, al Teatro Biblioteca Quarticciolo, nella cornice del festival dedicato al giornalista ucciso dalla mafia

La scena di ‘Sarajevo mon amour’ è semplice: si compone di pneumatici, luci, coriandoli e una telecamera. Ma a prestare più attenzione, nella sera di venerdì 19 novembre scorso, il palco del Teatro Biblioteca Quarticciolo si è riempito di calore che il pubblico ha raccolto e restituito al ‘duo’ costituito da Gianmarco Busetto (già miglior attore al San Diego International Fringe Festival 2018) e Carola Minincleri Colussi. Il testo, alla sua prima romana, è uno straordinario esempio di teatro civile, già vincitore del Premio 'Mauro Rostagno' nel 2019. Con ‘Sarajevo mon amour’ i due attori hanno incorniciato un 'quadretto' nella storia della difficile convivenza del mosaico di etnie e culture della ex Jugoslavia, cronaca dolorosa anche al di qua delle Alpi friulane. A 40 anni dalla morte del Maresciallo Tito e a 30 dall’assedio di Sarajevo, aumentano gli autori e le autrici che scelgono di approfondire una storia così vicina a noi, dal punto di vista geografico, che la memoria collettiva però cerca di spedire nel rimosso. Il teatro civile di ‘Farmacia zooè’ accende l’attenzione su quell’equilibrio geopolitico attraverso la storia di Boško Brkic e Admira Ismic. I livelli narrativi sviluppati sul palco sono diversi, moltiplicati dall’utilizzo della telecamera, che allarga lo spazio scenico per far posto a chi non è fisicamente sul palco: gli attori sono se stessi, Boško e Admira, insieme alla rete di persone che si muovono intorno alla coppia più pericolosa e illegale della Sarajevo assediata. Quando a parlare sono i due amanti nella loro intimità, la narrazione è piegatSarajevo_Foto2.jpga in un flusso di ricordi grazie all’obiettivo: un potente lasciapassare per un’altra dimensione. Insomma, tutto sul palco è predisposto per raccontare la vicenda straziante dei sentimenti impossibili tra il serbo e la musulmana, nella capitale della Bosnia-Erzegovina. La 'Grande Storia' c’è, ma soprattutto c’è un testo vivo, che prende corpo dalle biografie di Giulietta e Romeo dei Balcani, un copione in grado di sollevare la contingenza geopolitica dal mero sfondo contestuale. Gli pneumatici in scena allora sono mura che servono a proteggere un’etnia dalla contaminazione delle altre – e dell’Altro, in senso sociologico - ma lanciati con sufficiente energia sul pavimento del palco rilasciano un suono molto simile a quello degli spari. I coriandoli sono festa e neve che cade sui corpi dei civili uccisi dai cecchini. La narrazione è veloce e multicentrica: in ‘Farmacia zooè’ sono solo in due, ma fanno per dieci. Persino quando la storia sembra rallentare, a causa dei doverosi cambi di scena, non ci sono 'buchi'. Gli attori riempiono lo spazio facendo confluire la curiosità del pubblico tutta sui loro movimenti. ‘Su di noi’ di Pupo fa sorridere, all’inizio dello spettacolo, ma dà un effetto ‘straniante’ nel mezzo dell’intreccio e si colora di tinte tragiche alla conclusione. Ancora oggi, la città di Sarajevo porta il ricordo di una capitale multiculturale: nel centro, il pinnacolo della moschea saluta il campanile di una chiesa. Le ragioni della rabbia che allora serpeggiava nel tessuto sociale, istigata da un’informazione (non politicamente) scorretta, si ricollega a quella che rileviamo oggi da ogni dove: dal web, alle piazze, nelle famiglie. Con ‘Sarajevo mon amour’, gli attori Busetto e Minincleri Colussi si ricollegano al presente attraverso un appello accorato alla pace e alla fratellanza: perché gli ultimi non rendano la propria giusta rabbia uno strumento nelle mani di altri.

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NELLA FOTO QUI SOPRA: GIANMARCO BUSETTO VERSA CORIANDOLI SU CAROLA MININCLERI COLUSSI

AL CENTRO: L'ATTRICE NEI PANNI DI ADMIRA ISMIC

IN APERTURA: L'ATTORE MENTRE NARRA LE VICENDE DI BOSKO BRKIC


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