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23 Aprile 2024

L'apocalisse del potere - Primo Atto

di Francesca Buffo
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L'apocalisse del potere - Primo Atto

A fine gennaio, al Piccolo Teatro della Garbatella in Roma, è andato in scena uno spettacolo controverso e innovativo: un dramma esistenziale dai temi attuali, che vengono discussi in un tempo venturo, in cui il doppio, la vanità, l’antagonismo e la legge del più forte s’intrecciano mediante dinamiche filosofiche articolate

Un esperimento fuori dagli usuali schemi teatrali ha permesso al giovane regista indipendente, Francesco Olivieri, di proporre ‘L’apocalisse del potere – Primo Atto’. Un’idea nata dal suo progetto postmoderno e in continua evoluzione: ‘Ariel Saga Movie - L’Angelo delle stagioni dell’amore’, che presenta registri prettamente cinematografici. La rappresentazione vuole raccontare le nevrosi e i malesseri del mondo attuale attraverso una complessa narrazione. Il testo, infatti, di per sé definisce un’emblematica meccanizzazione che ormai ci influenza in modo globale, evidenziando, al contempo, quanto gli istanti siano preziosi tanto da non poterli perdere. Le azioni si svolgono in un futuro alquanto prossimo: di preciso, nel 2023. Nell’ufficio de ‘L’osservatorio divino terrestre’, i tre personaggi a cui i giovani attori danno voce dialogano e si scontrano costantemente, donando alla recitazione un buon ritmo. Essi sono ben delineati: su Clyde Bellinger (Valerio Aulicino) si riversano i conflitti interiori, i tormenti e le insicurezze della nostra epoca; Matteo Ragno (Marco Capogna), al contrario è pacifico; Eros (Alex Torcolacci), il dio dell’inganno, è invece una figura androgina e dallo stile ‘dandy’. Sia Capogna, sia Torcolacci donano ai protagonisti una perfetta chiave interpretativa. Bellinger entra in un ambiente dove incontra il suo eterno rivale Ragno. Nei primi venti minuti dello spettacolo assistiamo, quindi, a uno scambio di battute serrato, costruito su sfide continue e, nell’esatto momento in cui Eros è in scena, si delinea ciò che possiamo definire il ‘Potere degli dei’, per contestualizzare un mondo lontano eMG_0037.jpg governato da forze esterne all’universo. Durante tutto l’arco della rappresentazione ci si chiede dove il regista voglia andare a 'parare': l’intento è, appunto, quello di colpire gli spettatori, comunicando molteplici spunti di riflessione. E ve ne sono davvero tanti. Si cerca così di comprendere il significato della trama, che offre una ‘lettura’ sull’unicità e la libertà dell’uomo, stimolandolo a pensare con la propria testa, senza sentirsi alla mercè di altri. ‘L’Apocalisse del potere - Primo Atto’ è una forte critica ai potenti e un monito a migliorare l’ambiente in cui viviamo ogni giorno. Ma ci si può addentrare ancor più in profondità: si nota, in effetti, una ricerca rivolta all’interiorità dell’uomo, mentre la capacità di riflettere va a unirsi alla lotta tra bene e male. Tutto scorre, quindi, sia sull’amore ingannevole, sia sulla volontà di salvare il mondo ed estinguere le guerre tra i popoli. La visione prettamente maschile si sofferma sul ruolo della donna nella società, ma anche sulla meritocrazia, donando respiro al valore della lentezza, che dovremmo recuperare, per non perdersi la bellezza surclassata dall’inconsistente realtà digitale, che ci rende statici e robotizzati. L’uomo diviene artefice della propria vita, nonché delle sue scelte: non si può mentire a se stessi, bensì trovare una via per sopravvivere, avere speranza e rischiare. L’insieme coinvolge il pubblico, trascinandolo all’interno di dialoghi e monologhi, che vivono in modo equilibrato, nonostante siano un po’ troppo lunghi. Le musiche, composte dallo stesso Torcolacci, trovano ispirazione dal pop elettronico, amalgamandosi alla narrazione con fluidità. Lo stesso Olivieri chiarisce che la sua ‘creatura’ vanta “uno stile cyberpunk”: peccato che il comparto luci non sia stato all’altezza di sperimentare i colori psichedelici inerenti al contesto. Inoltre, l’autore precisa che “portare il cinema a teatro non è semplice”. Tuttavia, secondo la sua opinione “l’arte è libera espressione di tutti”. Gli interpreti stessi si sono cimentati in un’esibizione non facile, mettendosi in gioco e prestando le proprie capacità a un copione articolato, all’interno del quale si deve per forza scavare senza alcuna scorciatoia. Lo spettacolo, dallo sfondo poetico e metaforico, esorta a guardare sempre il presente, il ‘qui e ora’, con positività. Sebbene le sfumature da cogliere siano molte, ‘L’apocalisse del potere’ necessita di piccoli accorgimenti, quanto meno per essere affinato al fine di dare alla pièce un respiro più ampio, almeno dal punto di vista delle movenze.

L’Apocalisse del potere – Primo Atto
Spettacolo teatrale
Sceneggiatura e regia: Francesco Olivieri
con in ordine di apparizione:
Valerio Aulicino, nel ruolo del tenente Zombie Clyde Bellinger
Marco Capogna nel ruolo del detective dell’Occulto Matteo Ragno
Alex Torcolacci nel ruolo di Eros e il dio dell’inganno
Francesca Bruni Voce Computer di Skylar
Aiuto regia: Francesco Bruni e Pierluigi Veronesi  
Fonico e luci: Andrea Saponara
Assistente fonico e luci: Manuel Maravalli
Grafica e musiche: Alex Torcolacci
Fotografo di scena: Pierluigi Veronesi

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FOTO A CURA DI: PIERLUIGI VERONESI

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