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19 Aprile 2024

Uomini Terra Terra: storia di una gentilezza inascoltata

di Emanuela Colatosti
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Uomini Terra Terra: storia di una gentilezza inascoltata

Al Teatro Trastevere, per la rassegna ‘Trastestorie – Frammenti di vita’, è andata in scena il 21 e il 22 febbraio scorso una favola civile in cui maschere allegoriche interagiscono con le vite ‘fagliate’ dal sisma degli aquilani

“Spacca la pietra e leggi”. La fredda pietra che calpestiamo ogni giorno è viva e parla. Geologi e sismologi sono gli addetti alla traduzione del linguaggio con cui la Terra ci avverte, sussurrando i suoi movimenti. Il sottosuolo fa continuamente atti di ‘gentilezza’, confidando i suoi segreti più intimi a chi ha orecchie per coglierli. Questo è lo spirito con cui Giorgio Cardinali ha scritto ‘Uomini Terra Terra’: un testo che vuol rendere rappresentazione teatrale la relazione tra una terra, l’Abruzzo e i suoi ‘coinquilini’. Ci sono secoli, anni e giorni densi di fatti a precedere il tragico terremoto che, il 6 aprile 2009, ha distrutto L’Aquila spUomini_Terra_Terra2.jpgegnendo 309 vite. La narrazione di Giorgio Cardinali si sviluppa con analogie semplici e immediate, che arrivano precisamente dove devono arrivare. I re Magi, lo sciamano, il pagliaccio col naso nero, Cyrano: sono tutte metafore che alleggeriscono la drammaturgia civile di ‘Uomini Terra Terra’, senza privarla di profondità. Non c’è compito più difficile che rendere onore a una memoria dolorosa senza sfociare in patetismi. Le interazioni di Cardinali con Mauro Tiberi, solida spalla attoriale e abile cantastorie, non risultano irrispettose: riavvolgere il nastro è fondamentale per conservare la memoria di una città nata tra i sismi. Si contano tre ritornelli: il primo, che colloca L’Aquila nella grande Storia; il secondo, che racconta i mesi precedenti il 6 aprile 2009; e il terzo, infine, che sottolinea come la saggezza fondata sulla memoria diventi un abito stretto, che neanche gli scricchiolii rendono elastico. Insieme allo sdegno che l’articolata drammaturgia dell’autore riesce a suscitare nel pubblico, resta un velo di amarezza per alcune corde emotive, che non riescono a essere ‘pizzicate’. La regia di Sara Greco Valerio, con movimenti di scena e corporei che lavorano sulla longitudine, dà una vaga caratterizzazione alle figure che popolano la narrazione di ‘Uomini Terra Terra’. Una peculiarizzazione che non restituisce molto con la rappresentazione, ma tanto con le parole. Con la sua recitazione sobria rende allegorie favolistiche i personaggi ‘istituzionali’ della narrazione. In secondo luogo, cerca di donare individualità in carne e ossa agli uomini e alle donne che hanno visto la propria città sgretolarsi sotto i loro occhi.

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NELLA FOTO AL CENTRO E QUI SOPRA: GIORGIO CARDINALI

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