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25 Aprile 2024

Roma Fringe Festival 2013: il teatro che 'parla' al pubblico

di Francesca Buffo
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Roma Fringe Festival 2013: il teatro che 'parla' al pubblico

Dopo la prima edizione dello scorso anno, il teatro ‘off’ italiano concede il bis con il Roma Fringe Festival 2013 che, forte di un programma di 77 spettacoli, chiama a raccolta il pubblico romano e gli addetti ai lavori, portando nel centro della capitale le produzioni che abitano la frangia artistica del contesto nazionale. In una grande festa del teatro pronta a replicare il successo dell’edizione 2012, dal 15 giugno al 14 luglio il Roma Fringe Festival si terrà nel cuore verde dell’ottocentesca villa Mercede, nel popolare quartiere capitolino di San Lorenzo. Il festival ospiterà ogni settimana 18 compagnie, che andranno in scena per 3 volte, dalla domenica al venerdì, per arrivare al sabato con le due più votate della settimana e un oscpite ‘big’. I numeri parlano chiaro: 30 giorni, 9 spettacoli a sera, 70 compagnie ‘off’, 4 nomi conosciuti del contesto indipendente e che hanno fatto di un’originale forma di performance la loro peculiarità (Diego Bianchi alias Zoro, Johnny Palomba, Francesca Pirani, Roberto D’Alessandro), 3 compagnie internazionali provenienti dai Paesi partner (New York, Gran Bretagna, Svezia) per un totale di 230 repliche. Un cartellone ricco, in cui ognuno può trovare la propria dimensione artistica e teatrale, godendosi un’offerta culturale e d’intrattenimento che spazia da installazioni artistiche ad aperitivi bio (a cura di Organicool e Byron Bay), dai workshop alla possibilità di assistere alle prove, dalle presentazioni di libri (a cura di Graphofeel e Rubbettino Editore) agli stand artigianali, equosolidali con prodotti a km zero e spazi espositivi. Si parte il 15 giugno con la festa d’inaugurazione, che vedrà protagonista uno dei personaggi del momento, Diego Bianchi, videomaker intelligente e impegnato reduce dal successo di ‘Gazebo’ (in onda su Rai Tre) e, nei sabati successivi: Johnny Palomba con le sue ‘Recinzioni’ (il 22 giugno), Francesca Pirani e ’77 per una serata dedicata alla memoria collettiva del territorio (29 giugno) e Roberto D’Alessandro con 'Terroni - 150 anni di menzogne' (6 luglio). Tra nuove drammaturgie, teatro canzone, commedia, teatro civile, teatro danza, improvvisazione, le vere protagoniste del Roma Fringe Festival saranno però, come sempre le compagnie ‘off’, quelle produzioni indipendenti che, a prescindere dal genere, sfidano quotidianamente le leggi del mercato. “Lo scorso anno è stato solo accennato”, spiegano gli organizzatori, Davide Ambrogi e Marta Volterra, “ma quest'anno bisogna dirlo forte: se ci sono 70 compagnie provenienti da tutta Italia a condividere i palcoscenici del parco di villa Mercede è perché sono gli ultimi baluardi di una tradizione teatrale antica, che in momenti di crisi, per sopravvivere, si rimbocca le maniche, si organizza e si produce da sola, mettendosi in gioco. Non è poco. Anzi, è tantissimo”. Inoltre, non solo Italia: grande novità di questa edizione 2013, che vede il Roma Fringe Festival come membro ufficiale della rete internazionale ‘World Fringe Society’, saranno gli ospiti provenienti da Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Gran Bretagna e altri Paesi, i quali offriranno ai romani una panoramica del contesto artistico internazionale con il patrocinio del ‘World Fringe Network’. L’appuntamento è, dunque, dal 15 giugno al 14 luglio 2013 a villa Mercede, alla via Tiburtina 113 in Roma (quartiere San Lorenzo), tutti i giorni a partire dalle ore 18.00. L’ingresso alla villa è gratuito, mentre per assistere agli spettacoli il presso previsto è di 5 euro per ogni singola rappresentazione. La manifestazione ha ottenuto i patrocini, morali e gratuiti, della Provincia di Roma, del Municipio Roma 2 e delle Biblioteche di Roma e annovera tra i propri ‘media partner’ le testate ‘Periodico Italiano Magazine’ (www.periodicoitalianomagazine.it), ‘La Nouvelle Vague’ (www.lanouvellevague.it) e Radio Popolare Roma 103.3 (www.radiopopolareroma.it).

Davide Ambrogi e Marta Volterra, il contenuto caratterizzante del Roma Fringe Festival è principalmente il teatro di avanguardia?
Davide Ambrogi: "Assolutamente no: il Fringe è teatro a 360 gradi. L'obiettivo è quello di avvicinare la gente al teatro, per far comprendere che lo spettacolo dal vivo è una cosa bella”.

Quindi, si tratta di un tentativo di sperimentazione di nuovi talenti e di giovani personaggi, per la creazione di nuovo tessuto culturale della capitale?
Davide Ambrogi: "La sperimentazione può esserci, ma anche no. Forse, parlerei più di spettacoli interessanti, curiosi. Diciamo che la selezione degli spettacoli si basa innanzitutto sulla qualità e sulla professionalità delle compagnie. Difficile, dunque, dire dove vi sia innovazione e dove no, soprattutto sotto il profilo artistico. Naturalmente, laddove c'è lo spazio che permette di esprimere un artista, sicuramente si crea l'opportunità di far crescere qualcosa di nuovo. Noi abbiamo soprattutto l'obiettivo di mostrare che esiste un teatro differente da quello 'ufficiale': la parola ‘fringe’, infatti, significa 'frangia', 'periferia'. Ed è un concetto che comprende molte cose”.
Marta Volterra: "Si tratta di un’ampia panoramica teatrale, poiché i generi e i contenuti sono diversi e molteplici. Ciò che il Roma Fringe Festival si prefigge veramente è di portare il teatro a chi non sempre ha la possibilità di assistere a degli spettacoli. Ricordiamoci che, attualmente, per andare a teatro il costo del biglietto varia tra i 15 e i 30 euro a persona. Questo dato è un deterrente: non tutti possono o vogliono spendere questa cifra. Noi invece proponiamo un biglietto a 5 euro a spettacolo e abbiamo visto che questo fa la differenza. Inoltre, con un'offerta di nove spettacoli a sera, la scelta è molto ampia: si va dal teatro civile e impegnato, al ‘teatro-danza’. Si accontentano tutti i gusti e, in fondo, la sfida è proprio questa. L'anno scorso, la prima edizione è stata un successo: abbiamo avuto 20 mila presenze, nonostante fossero in pieno svolgimento i campionati europei di calcio. Quest'anno puntiamo ad aumentare le presenze con un'offerta ancora più ampia di spettacoli e una settimana in più di programmazione”.

Perché avete deciso di scommettere su un settore artistico tradizionalmente difficile come quello teatrale? 
Marta Volterra: “Perché uno dei problemi del teatro italiano è che, spesso, parla solo a se stesso e non riesce a comunicare con quel pubblico che sarebbe anche intenzionato ad avvicinarsi per frequentarlo maggiormente. Noi abbiamo colto questa necessità, sia l'anno scorso, sia quest'anno: molti dei nostri spettacoli si rivolgono non solo agli 'alfabetizzati’, ma anche alle famiglie, o addirittura ai bambini. Abbiamo proposto spettacoli per i piccolissimi, l’anno scorso, che si sono conclusi con una gioiosa festa di bambini di 5 o 6 anni che ballavano sul palco: il teatro è anche questo. Per rieducare il grande pubblico al teatro bisogna fare in modo che arrivi a tutti. Da questo punto di vista abbiamo previsto moltissime convenzioni: dal circuito ‘Bibliocard’, ai soci ‘Touring’, che avranno diritto a uno sconto del 20% sui biglietti. Tutta la macchina promozionale del festival si basa su questa idea che, in definitiva, ne determina il successo. Infatti, tanti spettacoli che sono andati in scena lo scorso anno sono riproposti anche in questa edizione: perché vogliono esserci. Al di là del fatto di vincere e andare a esibirsi oltreoceano, il Fringe rappresenta un'occasione per esserci e avere nuovo pubblico. Ma soprattutto, esserci. Anche perché, in questo periodo dell'anno, le stagioni ‘off’ chiudono a metà maggio per riaprire a metà ottobre. Dunque, in questi cinque mesi, chi non è un personaggio di Zelig o un artista ‘quotatissimo’ del teatro italiano, che fa? Niente, perché le piazze non accolgono (il teatro ‘off’ non 'porta', perché non c'è il nome già affermato). Invece, il Roma Fringe Festival porta e vuole portare: è una macchina organizzativa che si muove in funzione di questo. L'anno scorso abbiamo avuto le famiglie: il nonno che ha portato, per più sere, i nipoti di 14enni spendendo solo 15 euro.  Questo è importante, non solo per il pubblico, per il quartiere di San Lorenzo e per la cittadinanza, ma anche per le compagnie, che si mettono in gioco non con i loro amici, ma con un altro pubblico, che magari lo seguirà anche in altre tappe professionali. Tenete presente che il 20% degli spettacoli del festival dell’anno scorso sono stati inclusi in altre programmazioni artistiche, nei cartelloni invernali del Teatro Verdi di Milano ad altre edizioni ‘off’. Perché la nostra programmazione consente anche ai direttori artistici di 'scoprire' le nuove produzioni più interessanti e innovative. Noi cerchiamo di creare un dialogo costante tra le compagnie e il pubblico, che non deve per forza essere laureato in filosofia per vedere uno spettacolo, ma può semplicemente essere un cittadino che ama informarsi intorno a quel che si sta ‘muovendo’ nel mondo del teatro italiano”. (www.laici.it)


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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