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26 Aprile 2024

'Cyrano' e 'La locandiera': ad Anagni la cultura rifonda uno spazio urbano

di Emanuela Colatosti
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'Cyrano' e 'La locandiera': ad Anagni la cultura rifonda uno spazio urbano

Con la regia di Velia Viti, il teatro va in scena in piazza Innocenzo III per restituire alla cittadinanza anagnina un fazzoletto di suolo pubblico rimasto inagito per anni

Difficile pensare a un modo migliore per inaugurare uno spazio pubblico, attraverso una manifestazione culturale. Lo scorso 19 febbraio, ad Anagni (Fr), con una messa in scena si è restituita alla comunità una parte di piazza Innocenzo III, che per anni è stata inagibile. Tra mantelli neri e cappucci tirati per nascondere il volto, il ‘Cyrano de Bergerac’, almeno nell’estetica, si carica di chiaroscuri. D’altronde, nonostante alcune ‘gag’ comiche, la celebre opera di Edmond Rostand è una tragedia. Per questo motivo, Michele Nastasia ha deciso di introdurre il dramma con una scelta meno didascalica di ‘Rossana’ di Roberto Vecchioni o ‘Cyrano’ di Francesco Guccini. E ‘Canzone’ di Lucio Dalla, al fine di descrivere il forte sentimento del celebre spadaccino per la sua amata. L’amore del nobile dal naso adunco è un fuoco che, però, può solo alimentare una fiamma accesa dall’apprezzamento fisico di altri. Rossana, infatti, è perdutamente innamorata del bel Cristiano. E allora, Diego Colaiori, nascosto sotto il cappuccio nero e una maschera dal gusto cyberpunk, che suggerisce in modo fedele il difetto fisico che proibisce a Cyrano di sognare l’amore, prima suggerisce e poi esprime in prima persona ciò che prova per Rossana al posto del suo amico, inetto nella scelta delle parole. La terrazza del Belvedere anagnino ben si prestava a eFoto1_Cyrano.jpgssere il balcone di Francesca Reina, nei panni della dama. La passione per la poesia e per il ragionar d’amore lega i due amici in un modo inarrivabile per Cristiano, che cerca di accelerare il momento in cui potrebbe diventare padrone della scena. Tra Diego Colaiori e Michele Nastasia, rispettivamente nei panni di Cyrano e di Cristiano, c’è buona sinergia, che è riuscita a far breccia nel cuore del pubblico. A seguito della celebre ‘chiusa’ sulla descrizione del bacio come apostrofo rosa tra le parole "t’amo", la scena si sposta nella piazzetta sottostante il balcone. E mentre il cantautore Michele Nastasia suona la sua ‘Anomalia’, gli attori si tolgono i mantelli e le maschere, per vestire i panni di Mirandolina e del Cavaliere di Ripafratta. Toni e luci completamente diverse ne ‘La locandiera’ di Carlo Goldoni, di cui hanno portato in scena il tentativo della cameriera fiorentina di sedurre il gentiluomo, tanto affascinante quanto misogino. Se volessimo a tutti i costi trovare una morale nella scelta di accostare le due pièce, diremmo che l’innamoramento non è solo un sentimento che semplicemente è subìto, bensì una vera e propria arte. Reina, con un uso sapiente della voce e accordata su toni maliziosi, snocciola una dopo l’altra le armi di seduzione della locandiera, che si destreggia in quel gioco di equilibrismo che è il flirt: chi decide di credere nella veridicità assoluta delle parole dell’altro, perde. E Mirandolina vorrebbe solo dimostrare al Cavaliere di Ripafratta che ogni uomo ha il suo punto debole, persino il più diffidente. Colaiori ha regalato brividi, mentre ricostruiva la spirale di seduzione romantica per la dama in ascolto. Ma in fondo, se Cristiano e Rossana riescono ad amarsi, è soprattutto merito delle parole di Cyrano.

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QUI SOPRA: MIRANDOLINA CERCA DI SEDURRE IL CAVALIERE

AL CENTRO: L'ATTRICE FRANCESCA REINA NEI PANNI DI ROSSANA MENTRE SI AFFACCIA DAL BALCONE

IN APERTURA: SCENA FINALE DEL 'CYRANO'




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