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19 Aprile 2024

Gigi Funcis: "Il teatro del futuro è già in scena"

di Giovanna Albi
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Gigi Funcis: "Il teatro del futuro è già in scena"

A Trieste debutta ‘Libra’, uno spettacolo avanzatissimo per attori e ologrammi che prevede, per la prima volta, l’utilizzo delle tecniche di ‘videomapping’ del castello Miramare

Con la collaborazione dell'astrofisico Roberto Trotta e del regista Gigi Funcis, ‘Libra’ è uno spettacolo innovativo e moderno, che vede come protagonista il ‘cielo’. Quel cielo da sempre foriero di risposte, sin da quando l’uomo ha iniziato a porsi domande su di sé, sulla sua natura e la sua esistenza. Lo stesso cielo che il pastore errante di Leopardi interrogava e che Dante Alighieri utilizzò per concludere l’Inferno. Un cielo considerato, oggi, come la nuova frontiera da conquistare a suon di satelliti: cosa riusciremo a vedere tra 20 anni? Ne abbiamo parlato con il regista di ‘Libra’, Gigi Funcis, che abbiamo avuto modo di contattare mentre stava preparando il debutto suo prossimo spettacolo presso il castello Miramare di Trieste.

Gigi Funcis, regista visionario, musicista e artista a tutto tondo: da dove nasce l'idea di ‘Libra’ e l'incontro con Roberto Trotta?

“Penso che tutto possa risalire a un paio d'anni fa, quando io e Lorenzo Acquaviva, il protagonista di ‘Libra’, abbiamo messo in scena ‘Spiral’: una specie di strana piéce ‘postapocalittica’. Quello spettacolo aveva attirato le attenzioni di ‘Sissa’, un piccolo ma prestigioso istituto scientifico che, da poco, aveva ampliato il proprio organico con un astrofisico italo-svizzero, Roberto Trotta. Quando
Libra_1.jpg ci siamo conosciuti per un progetto commissionato proprio da ‘Sissa’, penso che ci si sia trovati a metà strada: lui ha una forte componente creativa; io una grande passione per le scienze. La sua idea di partenza era davvero stimolante: parlare dell'inquinamento satellitare e dei suoi possibili sviluppi. Così, abbiamo buttato giù un soggetto assieme a Giulia Corallo e da lì è nato lo spettacolo”.

Perché far dialogare attori e ologrammi? Registicamente, cosa comporta?
“Con ‘Yishi’, il progetto precedente, l'idea di protagonista era completamente frantumata dal fatto che non ci fosse un attore, ma una specie di cerchio fatto di particelle creato con le riprese di un nostro collaboratore e amico, Lorenzo. Perciò, percepivo ‘Libra’ un po' come un passo indietro, sotto questo aspetto. Così ho coinvolto Fede, ovvero ‘Deltaprocess’, con cui abbiamo ideato questa grossa parete olografica di quasi venticinque metri quadrati, che avrebbe interagito attivamente con gli attori in scena. Devo dire che la difficoltà per gli attori è ‘alta’: le prime prove sono tutte un "immagina questo, immagina quello" e, se manca la fiducia, il progetto si arena. Diciamo che il lavoro è duplicato: a una moderna, ma comunque tradizionale, regia teatrale si unisce una regia di stampo cinematografico e visivo. Il gioco sta tutto nel far funzionare la ‘baracca’ a suon di esperimenti: tutto qui. Pensate: uno dei protagonisti della storia è ‘Ed44’: l'ologramma di un astronomo che parla e interagisce normalmente con gli umani”.

Per la prima volta inLibra_2.jpg uno spettacolo viene mappato il Castello Miramare di Trieste: come avete lavorato a questa mappatura? È site specific o riadattabile?
“Abbiamo preso le misure già durante il primo sopralluogo, confrontandole poi con i ‘progetti Cad’ (codici di amministrazione digitale, ndr) forniti dai gestori del castello di Miramare. Dopodiché, ci siamo divisi i compiti: io agli ologrammi, Deltaprocess al ‘mapping’. La differenza tra le due lavorazioni è che il tulle olografico preso in Germania è montabile ovunque, mentre il ‘mapping’, creato principalmente per tre facciate del Castello di Miramare, va chiaramente ristrutturato luogo per luogo. Ma già alla sera del 12 settembre avremo una replica in un altro posto. Perciò, posso già dirvi che sì: è riadattabile”.

Infine le musiche, lei ha firmato anche quelle: qual è stato il processo creativo di queste tracce?

“Nella colonna sonora ci sono strumenti di tutti i tipi, dall'arpa all'elettronica, passando per archi e percussioni. Gestire di persona una cosa così complessa sarebbe stato impossibile, dato che già copione, ologrammi e produzione audiovisiva sono un bel fardello. Fortunatamente, la creazione delle musiche era partita ben prima del copione, tramite una campagna di crowdfunding con gli ‘Eterea Post Bong Band’: il gruppo con cui suono da quando ho quindici anni. La totale armonia tra quel lavoro e questa storia è stata una sorpresa, ma anche, col senno di poi, un'ovvietà: entrambi i progetti hanno un piede nella ‘fanta’ e uno nella scienza. Inoltre, due membri degli Eterea hanno contribuito a ‘Libra’ – chi per i video, chi per l'audio – perciò il cerchio si è chiuso perfettamente”.
gigi_funcis_2.jpg

NELLA FOTO QUI SOPRA: GIGI FUNCIS, REGISTA TEATRALE DI 'LIBRA'

AL CENTRO: IL CASTELLO MIRAMARE DI TRIESTE 'VIDEOMAPPATO' E ALTRI ESPERIMENTI

IN APERTURA: L'ARTISTA IN UNO SCATTO ALLA STAZIONE FS DI TRIESTE


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