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23 Dicembre 2025

Guru Rinpoche e il bardo: viaggio tra coscienza e sogno

di Carmen Posta
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Guru Rinpoche e il bardo: viaggio tra coscienza e sogno

Noto anche come Padmasambhava, oggi trattiamo del maestro tantrico indiano che nell’VIII secolo introdusse il buddismo in Tibet e che, spesso, viene chiamato il “secondo Buddha”‬
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I sogni sono da sempre un territorio misterioso, un confine tra il reale e l’immaginario, un luogo dove la mente abbandona le logiche quotidiane e si riveste di simboli. In essi, si nascondono memorie dimenticate, ferite che chiedono guarigione, premonizioni di ciò che deve ancora accadere. Attraverso questo linguaggio visivo e simbolico, il sogno ci permette di esplorare non solo il nostro inconscio e subconscio, ma anche mondi più sottili popolati da archetipi, presenze luminose od oscure e figure-guida. Tra queste, spicca Guru Rinpoche, noto anche come Padmasambhava: il maestro tantrico indiano che nel VIII secolo introdusse il buddismo in Tibet e che spesso viene chiamato il “secondo Buddha”. La sua figura non è soltanto storica: è un simbolo universale di guida, il 'psicopompo' che accompagna la coscienza nei momenti di transizione, sia durante il sonno, sia nel passaggio dalla vita alla morte. Come un faro, Guru Rinpoche mostra la via attraverso la discesa nell’invisibile, aiutando l’individuo a incontrare se stesso senza paura. Il testo più notLibro_tibetano_dei_morti.jpgo, legato al suo insegnamento, è il Bardo Thödol, il cosiddetto 'Libro tibetano dei morti' (Giunti Editore). Più che un manuale per i defunti, il Bardo Thödol è una mappa degli stati intermedi che sperimentiamo in ogni trasformazione radicale: il sonno, il sogno, il momento creativo, persino ogni grande cambiamento nella vita. Ogni crisi, ogni perdita, ogni foglio bianco è un bardo: un luogo sospeso, dove immagini ed emozioni emergono come divinità luminose o minacciose, tutte pronte a essere riconosciute e integrate. Solo attraversando questi stati, senza fuggire o identificarsi pienamente con essi, la coscienza può rinascere e creare qualcosa di nuovo. ‬
‪I simboli legati a Guru Rinpoche, come il vajra e la campana, incarnano la fusione di forza e ricettività, di metodo e saggezza. Il vajra, un potente scettro cerimoniale, afferma l’indistruttibilità della mente, mentre la campana evoca la natura vuota di tutti i fenomeni: insieme ricordano che solo attraverso l’integrazione degli opposti si può accedere alla libertà interiore. Così come il suono della campana dissolve l’illusione della solidità, anche l’arte e la creatività nascono dal vuoto, trasformando ciò che è invisibile in esperienza tangibile: ogni gesto creativo ci trasporta in un piccolo bardo in sé. Il Bardo Thödol descrive tre stati principali che la coscienza attraversa dopo la morte: 1) il Chikhai Bardo: il riconoscimento della 'Luce Chiara', la natura ultima della mente; 2) il Chönyid Bardo, popolato da visioni di divinità pacifiche e colleriche, simboli delle nostre proiezioni interiori; 3) il Sidpa Bardo, il passaggio verso una nuova nascita guidato dal karma.Vajra_e_campana.jpg Questi stati non sono destinati a spaventarci, piuttosto mostrano che ogni esperienza è una manifestazione della mente, un’opportunità per conoscere se stessi e trasformare il proprio stato di coscienza.‬
‪L’insegnamento di Guru Rinpoche e del Bardo Thödol non riguarda solo la morte fisica: parla della vita stessa. Ogni piccola fine, ogni cambiamento, ogni fase di transizione è un bardo: un invito a guardare con chiarezza dentro di sé. L’artista, il creativo o chiunque si confronti con l’ignoto del foglio bianco o della tela scopre, così, che il processo creativo è anch’esso un passaggio tra mondi: immagini, colori, parole che emergono dall’inconscio, chiedendo di essere riconosciute e trasformate in realtà. Scrivere, dipingere, sognare, perdere e ritrovare sé stessi: in ogni transizione risuona la campana interiore, ricordandoci che il vuoto non è mancanza, ma potenzialità. La vera liberazione nasce dall’incontro con ciò che appare oscuro o minaccioso, dall’accogliere i propri demoni interiori e dalla capacità di integrarli in una visione più ampia della realtà. In tal senso, ogni sogno, ogni perdita, ogni foglio bianco è un’opportunità di risveglio: un momento per ascoltare la propria natura luminosa e permettere alla coscienza di espandersi, attraversando il bardo della vita verso nuove forme di creatività e libertà.‬
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Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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