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21 Agosto 2025

A Trevinano la cultura cammina a passo del tempo

di Giovanna Albi
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A Trevinano la cultura cammina a passo del tempo

Con ‘Quando la banda passò…’, il borgo si rigenera tra musica, racconto e comunità in compagnia di Ascanio Celestini, secondo il quale: “I luoghi vivono solo se li attraversiamo di nuovo”
 
Il tempo a Trevinano  non si è fermato, anzi: la vita scorre con il ritmo della natura, della musica e della comunità. Nella piccolissima frazione di Acquapendente (Vt), al confine tra Lazio, Umbria e Toscana, c'è un grande fermento culturale. Ed è proprio sulla cultura che si punta per tornare a far vivere i vicoli e le piazze, il Castello Medievale, le chiese e i santuari che aspettano solo di essere viste, visitate e messe in luce. ‘Quando la banda passò…’, un 'reading-concerto' apertosi lo scorso luglio nell’ambito del progetto 'Trevinano Ri-Wind', nasce puntando proprio a tutto questo: un’idea di rigenerazione culturale finanziata dal Pnrr e curata da Oscar Pizzo e Paolo Dalla Sega, che ha mescolato bande musicali, poesia orale, 'slam poetry' e composizioni originali, trasformando la Festa dell’Aia in una grande partitura di comunità. Tra le voci artistiche presenti, anche quella di Ascanio Celestini, coinvolto in un laboratorio di narrazione teatrale, realizzato ad Acquapendente insieme al Teatro Boni. Il simpatico Celestini, che abbiamo incontrato prima della restitFrancigena_Trevinano_Foto_comune_Trevinano.jpguzione pubblica, ci ha raccontato l’anima più profonda del progetto: “Per raccontare i luoghi non bastano le parole: servono i gesti, le immagini, il passaggio fisico. I luoghi si attraversano. E per ridare loro vita bisogna farli attraversare di nuovo, farci passare le persone dentro. Il laboratorio”, spiega ancora l’attore e autore romano, “si è basato su un’idea semplice e potente: ridare alle persone la possibilità di raccontare. Io ho fornito alcune storie, molto semplici. E loro ci hanno lavorato e le hanno fatte proprie. L’obiettivo non era portare sul palco uno spettacolo frontale, ma piccoli racconti in gruppi ristretti, davanti a tre o quattro persone alla volta. Applausi sparsi, reazioni spontanee”, conclude Celestini, “il teatro come relazione viva”. Un’esperienza che si è inserita perfettamente nella visione di 'Trevinano Ri_Wind': un progetto che in questo piccolo borgo sta riscrivendo i confini tra arte, territorio e memoria. Celestini sottolinea come, in questi contesti, la cultura abbia un’arma fondamentale: il tempo. “Ci vuole il tempo che ci vuol", dice con una nota di saggezza popolare, "perché se pensiamo di risolvere lo spopolamento con un progetto europeo di sei mesi, abbiamo perso in partenza. Servono dieci anni, forse di più. Serve restare, seminare, aspettare”
E forse è proprio questo che sta accadendo a Trevinano: un’azione culturale che non si accontenta di 'fare evento', ma che prova a incidere nel tessuto profondo di una comunità. Una comunità che non si arrende. Anzi, si mette in gioco e si confronta, aspettando un futuro che ha messo le sue radici più profonde nella Storia.
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