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19 Aprile 2024

#Verybello! Mafia, spaghetti, pizza e mandolino: così il mondo ci deride

di Serena Di giovanni
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#Verybello! Mafia, spaghetti, pizza e mandolino: così il mondo ci deride

L’Italia, il Paese della buona cucina, delle bellezze artistiche e della mafia. Della pizza, degli spaghetti e del mandolino, in cui vige l’illegalità e la corruzione. E dove ogni cosa è possibile, perché tutto è permesso. Alcuni di questi cliché che molto spesso, purtroppo, definiscono la percezione del nostro Paese nel mondo, ci duole ammetterlo, si stanno rivelando tutt’altro che infondati. A dimostrarlo, per l’ennesima volta, un ‘neo-progetto’ del Mibact per Expo 2015, ‘Verybello!’, che sta suscitando numerose polemiche: dalla presunta mancata trasparenza del bando di concorso, all’assenza di un criterio nella scelta degli eventi riportati dalla piattaforma, non esenti da numerosi ‘svarioni’, come quello che riconduce il Palio di Asti alla cittadina di Ashti Nagar in India (Fig. 1), alla momentanea assenza delle lingue straniere all’interno del sito web, fino all’esorbitante cifra utilizzata per realizzarlo (si parlava di 5 milioni di Euro, cifra poi smentita dallo stesso ministro della cultura, che ha rettificato a 35 mila euro + iva). L’iniziativa, promossa dal ministro Dario Franceschini, che affida la valorizzazione del nostro patrimonio a una piattaforma digitale interattiva con oltre 1300 eventi, avrebbe lo scopo di promuovere le bellezze del ‘Belpaese’ da un punto di vista ‘inedito’ e alimentare, probabilmente per attrarre il turismo straniero. Ma se il ‘buongiorno’ si vede dal mattino, già il nome prescelto, ‘Verybello!’, sembra ricalcare perfettamente l’immagine dell’italiano ‘medio’ percepita all’estero: il ‘truzzo’ ignorante stile Verdone in ‘Un sacco bello’, dal fare ‘mafioso’, fancazzista e approssimativo, che si abbuffa di pizza, e, volendo, suona pure il mandolino. Per non parlare dell’inglesizzazione della parola: una sorta di ibrido mal riuscito, dal piglio vagamente ‘bimbominkia’, frutto, per dirla con Aldo Busi, di un pleonastico e sterile ‘fighettismo’ linguistico di chi usa l’inglese a sproposito. Stile presidente del Consiglio in carica, tanto per intenderci. Se l'obiettivo del progetto era quello di mostrare al mondo l'Italia di Renzi, possiamo dire che il ‘bersaglio’ è stato pienamente centrato: incompetenza tecnica e approssimazione in toto, affidamenti fiduciari, denaro pubblico speso senza controllo. E poi c’è un altro fatto: mentre i nostri ‘beautiful-monumenti’ cadono a pezzi - vittime dell’incuria, dei tagli, della cattiva gestione delle risorse economiche deputate alla conservazione - chi ci governa ha scelto volontariamente di destinare un budget del valore di 35 mila euro + Iva (soldi pubblici?), più eventuali altri 5 milioni di euro destinati alla promozione, per mettere a punto un sito web assolutamente inutile. Sarebbe bastato, per esempio, migliorare il già esistente ‘Italia.it’, preposto alla divulgazione digitale dei beni culturali italiani, con il coinvolgimento di Enit (Agenzia nazionale del turismo), risparmiando così risorse importanti per la conservazione delle opere d’arte. Oppure, come già suggerito dal M5s, coinvolgere le giovani start-up italiane attraverso una ‘call to action’ finalizzata alla creazione di una piattaforma condivisa. Ma, soprattutto, sarebbe stato più opportuno affidarne la realizzazione ad aziende esperte nel settore, come la TDLAB (Laboratorio Turismo Digitale), iniziativa del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, nata, guarda caso, proprio per sviluppare e attuare una strategia digitale per il turismo in Italia. Anche perché l’attuale piattaforma, creata da una società privata che collabora con la pubblica amministrazione, complice forse l’intervento di qualche hacker informatico, pare già avere numerosi problemi di navigabilità e lentezza. Per non parlare dei contenuti, spesso lacunosi o inesatti. Certo, sarebbe forse stato troppo ottimista aspettarsi qualcosa di più da un ministro che, per diffondere le bellezze italiane, si è chiaramente ispirato al titolo di un noto film di Carlo Verdone (‘Un sacco bello’, per l’appunto). Ma altro che commedia: in questo caso siamo di fronte a una vera e propria tragedia. Sì, per la credibilità del nostro Paese.

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Fig. 1- il Palio di Asti si correrà in India: lo svarione di "Verybello.it"


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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