Lo scrittore torna con un lavoro importante per combattere la discriminazione e l’odio collaborando al podcast ‘Refuge’, ascoltabile su Amazon, Apple e Spotify: una serie prodotta dalla ‘Lucky Red’, raccontata da Chiara Francini
Emiliano Reali, scrittore di talento e autore del romanzo 'Bambi. Storia di una metamorfosi' (Avagliano Editore) torna con un lavoro bello e importante per combattere la discriminazione e l’odio nel podcast 'Refuge' ascoltabile su Amazon, Apple e Spotify. La serie podcast, prodotta dalla 'Lucky Red' e raccontata da Chiara Francini, è liberamente ispirata alla storia di ragazzi e ragazze che hanno trovato accoglienza grazie a 'Refuge', fondato da Fabrizio Marrazzo, un progetto che si propone di aiutare giovani Lgbtq+, vittime di discriminazione e violenza. Grazie a 'Refuge', i giovani che hanno subito abusi e maltrattamenti (molto spesso nella loro stessa famiglia di origine), possono non solo trovare ospitalità in un luogo sicuro ma anche poter riniziare una nuova vita e un nuovo lavoro. Ce ne parla, in questa intervista, Emiliano Reali, che ha collaborato alla realizzazione del podcast, scrivendone i testi.
Emiliano Reali, cosa puoi dirci del tuo ultimo lavoro con 'Lucky Red'? Come nasce 'Refuge Lgbt'?
“Refuge Lgbt nasce dall’esigenza di mandare una serie di messaggi. Da un lato, far capire alle persone che l’omofobia, la transfobia e l’odio sono più che mai presenti nella nostra società. Quando parlo con qualcuno e mi dice, superficialmente, che oramai nessuno discrimina più per orientamento sessuale e identità di genere la cosa mi sorprende: è inconcepibile come, per molti, sia semplice girarsi dall’altra parte e smettere di vedere. Questa serie, con le storie che contiene, dimostra che anche all’interno della famiglia - che dovrebbe essere un luogo deputato all’amore e all’accoglienza - certe cose accadono ancora, quindi figuriamoci per strada, sul luogo di lavoro o in altri contesti. Realizzare progetti come questo poi è fondamentale, anche per far sapere a ragazzi e ragazze che vivono situazioni di disagio, di sofferenza o di pericolo che esistono realtà che possono ospitarli, ascoltarli, aiutarli come la casa d’accoglienza Refuge fondata da Fabrizio Marrazzo, presidente del Gay Center”.
Che ne pensi della voce di Chiara Francini? Sei rimasto soddisfatto di come è stato realizzato il podcast?
“Chiara Francini è fantastica, iconica, sensibile, intelligente. Ha sposato la causa Lgbt+ - vedasi la sua partecipazione a Drag Race Italia - e spero che sempre più personaggi dello spettacolo ci mettano la faccia per combattere l’omo-lesbo-bi-transfobia. Aspettarsi che lo facciano i politici, con un governo come il nostro, è pura utopia. La ‘Lucky Red’, che ha prodotto la serie, ha fornito tutto ciò che era necessario per ottenere un buon risultato”.
Tra tutte le storie dei ragazzi che hanno trovato accoglienza grazie al progetto ‘Refuge’, fondato da Fabrizio Marrazzo, ce n’è una in particolare che ti ha particolarmente colpita rispetto alle altre?
“Sono davvero tutte complicate e impregnate di dolore: pensare che un padre o una madre possano segregare, picchiare e violentare psicologicamente un figlio o una figlia, è un qualcosa che mi scuote nelle viscere. Non meritano di essere genitori e penso a tutti quelli che, invece, genitori vorrebbero esserlo, ma non possono perché non è 'permesso', in questo Paese incivile e retrogrado, se non fai parte di una famiglia tradizionale. E’ vergognoso”.
In alcuni post su Facebook, hai parlato di come tu abbia aiutato un ragazzo gay a scappare dal Qatar: in che modo quest’ultima esperienza ti ha influenzato mentre scrivevi i testi per 'Refuge Lgbt'?
"La sua sofferenza, la disperazione, il sentirsi senza più una casa e una famiglia: drammi che non si possono ignorare quando sono a un passo da te. Ben altro rispetto a leggere un articolo di giornale, guardare un servizio al Tg o ascoltare un podcast. L’aver teso una mano a Shareef, mi ha reso ancora più consapevole di quanto possiamo fare per gli altri, ma anche di quanto questo sia doloroso. Il fatto che ciò avvenisse mentre lavoravo alla serie ha amplificato la mia vicinanza alle storie dei ragazzi che vengono raccontate”.
E’ di prossima uscita il volume universitario 'Manuale di studi Lgbtqia+' (Utet), curato dai professori Fabio Corbisiero e Salvatore Monaco, in cui saranno presenti due tuoi paragrafi di approfondimento dedicati al giornalismo e alla narrativa Lgbtq+: come è nato quest’ultimo progetto?
“Ho conosciuto Salvatore Monaco e Fabio Corbisiero, entrambi napoletani, quando 'Il Mattino', giornale col quale collaboro da anni, mi assegnò un pezzo su un loro volume. Siamo rimasti in contatto e, vedendo l’attività che svolgo, hanno pensato di propormi questa collaborazione. Una possibilità interessante e gratificante, soprattutto perché la quasi totalità delle persone che hanno curato dei moduli di approfondimento sono professori o ricercatori, quindi mi aspetto che il risultato sia di qualità”.
Per quanto riguarda la narrativa, stai lavorando a qualche nuovo romanzo?
“Sto ancora raccogliendo i frutti di ‘Bambi. Storia di una metamorfosi’ edito da Avagliano. Questo romanzo è davvero longevo, se si pensa che il primo volume, con protagonista Bambi, risale al 2009. Un nuovo romanzo? Piuttosto direi nuovi: ne ho pronti alcuni”.
NELLA FOTO QUI SOPRA: EMILIANO REALI, SCRITTORE E AUTORE
AL CENTRO: LA COPERTINA DEL SUO ROMANZO, 'BAMBI' (AVAGLIANO EDITORE)
IN APERTURA: IL BANNER DI LANCIO DEL PODCAST, 'REFUGE LGBT'