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25 Aprile 2024

Il sogno di una rete per tutti

di Tiziano Pergolizzi
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Il sogno di una rete per tutti

L’Italia, nel 2010, ancora una volta è risultata il ‘fanalino’ di coda, rispetto agli altri Paesi, nella diffusione della cosiddetta banda ultralarga via web. Se ci decidessimo a far affluire, finalmente, questa innovazione in ogni angolo del Paese, stimoleremmo anche la crescita dell’1,21% del Pil pro capite. Ciò porterebbe, secondo molte ‘stime’, a un incremento dei traffici dati sia su internet, sia della telefonia mobile e fissa, un dato persino più forte rispetto allo sviluppo previsto nei comparti dell’elettricità e delle ferrovie. Inoltre, creeremmo nuovi posti di lavoro per circa 2,1 milioni di persone al netto della disoccupazione, con una crescita notevole del Pil annuale. La nostra economia sembra essere ormai ‘stregata’ da un immediato sviluppo tecnologico. I soldi, in questo settore, non sono problema: 20 miliardi di euro per una rete di nuova generazione sono un bell’investimento, visto che porterebbe a incrementare l’economia italiana di un + 12% se aderissimo già in questo anno. Ed è tranquillamente alla nostra portata, se calcoliamo che l’Italia è il Paese che ha inventato la radio con Guglielmo Marconi e che, oggi, la tecnologia wireless è figlia proprio dei suoi brevetti. Cinque anni senza auto ‘blu’ e ci saremmo pagati la nuova tecnologia: lo ammette anche il ministero dell’Innovazione, che ha ipotizzato una spesa paragonabile ai soldi stanziati per il ponte sullo stretto di Messina (che servirebbe solo a raggiungere la Sicilia mezz’ora prima). Ma la vera battaglia da combattere è quella di portare la cittadinanza al digitale dal numerico. Riguardo all’ambito internet per i telefoni cellulari, una soluzione arriva dalle nuove frequenze reti concesse alla televisione digitale: questi spazi, ormai più veloci della tradizionale televisione, sono un vero portento, lasciando inutilizzate le frequenze di rete della vecchia televisione, sostituita ormai dal digitale terrestre. Di fatto, le reti locali, che non hanno privilegio di essere digitali bensì analogiche, sostengono una capacità di trasmissione dati pari a 100 di quella che è ora in uso nella tecnologia 3G dei cellulari, lasciando il passo a una nuova rete chiamata 4G (quarta generazione). Ciò consentirebbe una trasmissione di cinquanta ‘megabyte’ al secondo, riducendo di molto il lento traffico dati che causa il collasso di molti italiani davanti ai loro computer, poiché possiede una velocità di soli 2 ‘megabyte’ al secondo. Molti Paesi stanno inoltre avendo un rendimento molto cospicuo dalla vendita all’asta delle vecchie frequenze, che al massimo vengono usate per televendite. Tale riciclaggio, oltre a sostituire la rete cellulare e a renderla mille volte più veloce di quello che è ora, porta, dunque, anche soldi in tasca. Se consideriamo che in Germania queste frequenze sono acquistate a prezzi di miliardi di euro dalle compagnie di telefonia mobile, per poi essere vendute da queste a noi, possiamo notare immediatamente quale sia la miglior formula per un riciclo di reti inutilizzate, che oltretutto migliorano notevolmente le loro ‘perfomances’. La richiesta per la connettività a internet nel mondo aumenta ogni giorno. Questo è il motivo degli accesi dibattiti sulle nuove reti in fibra ottica. Le grandi multinazionali sono presenti in Italia anche per il rifornimento di nuovo rame adattato per la fibra ottica. Per creare un’autostrada del futuro manca la via d’accesso alle abitazioni: in altre parole, le fibre ottiche sono costituite da vecchi fili di rame, utile solo per le chiamate da telefono fisso e non per navigare. Questo disadattamento spiega l’intasamento della rete e il fatto che la velocità reale, in Italia, è di quattro megabyte al secondo, di gran lunga molto inferiore a quella dichiarata dalle compagnie telefoniche commerciali presenti sul mercato: potrà sostenere i loro modem ad alte velocità, ma se la rete, allo stato, è quella che è, tutto ciò non serve a molto. Ed è per questi motivi che risulta non del tutto credibile ciò che viene generalmente proposto dalle compagnie telefoniche fisse (soprattutto per ciò che riguarda la linea telefonica di casa). Quest’autostrada della fibra è stata infatti privilegiata in pochi Paesi vicino al nostro: quello più vicino a noi è la Germania. Nel resto nel mondo, Giappone, Corea, Cina, si è invece affermata una visione ‘domestica’ ben più ampia rispetto alla nostra. L’esplosione del traffico video è un dato oramai concretizzato. Dunque, per fare una nuova rete in grado di raggiungere almeno la metà della popolazione ci vorranno almeno altri dieci anni. Dovremmo perciò darci una prospettiva su cosa vogliamo diventare nel 2020. Per quella data, infatti, si vuole abolire, nella Pubblica amministrazione, l’utilizzo cartaceo, in modo tale da non avere neanche gli alberi sulla coscienza, digitalizzando altresì la cittadinanza, come altri Paesi stanno già facendo. Con questa mossa, i documenti riguardanti la Pubblica amministrazione saranno accessibili a tutti in maniera più semplice, facile e veloce, senza dover intasare le strade urbane creando traffico per un ‘pezzo di carta’. Non sarebbe male come idea, a patto che tutti gli edifici in costruzione sin da adesso siano prontamente e facilmente accessibili dalla fibra ottica.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
Registrata presso il Registro Stampa del Tribunale di Milano, n. 345, il 9.06.2010.
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