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26 Aprile 2024

Cambia la ‘Roma da bere’

di Carla De Leo
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Cambia la ‘Roma da bere’

La crisi economica sembra poter appiattire alcune delle differenze legate al gusto, all’età e al portafogli del popolo dei bevitori. Tuttavia la nostra osservazione diretta ha fatto emergere ben altro. E cioè che i consumatori difficilmente si ‘schiodano’ dalle loro abitudini. Cambia, però, la frequenza delle richieste, che scende a un massimo di due consumazioni in una serata; cifra che può arrivare a tre in casi eccezionali, come quando si festeggia qualcosa in particolare e, in generale, nei giorni immediatamente successivi al ‘benedetto giorno 27’ del mese. A rimetterci, quindi, sono soprattutto le casse dei commercianti che si ritrovano a sperare in un mese ricco di ricorrenze, compleanni, lauree e addii al celibato. Si calcola che le perdite, in questo settore, siano superiori al 20% (come dichiarano i commercianti stessi) negli ultimi 2 anni. Probabilmente, proprio per porre un freno a questa decrescita, l’industria del settore sta puntando molto, in questo momento – tanto che sta assumendo i connotati di una vera e propria moda –, alla qualità dei prodotti e dei drinks. Si afferma, accanto alla più familiare figura del barman, quella nuova del ‘mixologist’, grazie al quale si sono riscoperte tecniche, ricette, storie e prodotti dimenticati. Il cocktail in questi casi diventa un’esperienza culturale e sociale, quasi mistica. Attraverso il fascino demagogico dei mixologists (nei quali la ‘sapienza’ trasuda anche nei movimenti vellutati ed eleganti), si stanno aprendo un varco alcuni consumatori che costituiscono un neo(nato) tipo: eleganti anch’essi, raffinati, intelligenti, colti in ‘storia del mondo della miscelazione’ e con i quali la conversazione verte su sofismi inerenti questa o quella ricetta, le dosi, da versare, da una bottiglia piuttosto che da un’altra, giudicata qualitativamente inferiore (magari perché imbottigliata successivamente a un incendio che distrusse la distilleria e che causò il conseguente degrado qualitativo del prodotto stesso). I fanatismi, a quanto pare, sono intrinseci dell’essere umano. Questa tipologia di clienti è senza dubbio intellettuale radical-chic. Ma i clienti sono di tante tipologie diverse, classificabili a seconda di ciò che bevono (come ci siamo divertiti a fare nell’articolo citato a piè di pagina). 
I soliti stereotipi, si potrebbe pensare. Invece no, come dimostra la categoria del cliente ‘lamentone’ che compie il suo ingresso nella ‘società beverina’ come sottoprodotto della crisi. Non è più tempo, infatti, di fare i gradassi, ma occorre valutare al centesimo a cosa si può accedere e a cosa no. Ed ecco tutta una schiera di studenti, di giovani e non, senza occupazione o con un lavoro a basso salario, che si appollaiano davanti al bancone dei locali, studiando attentamente il menu e tutte le bottiglie in cerca di un’ispirazione, per convergere, alla fine, in un’unica  domanda cantata all’unisono: «Quanto costa un drink?» e poi, nella speranza di risposte più confortanti «E una birra quanto costa?» per arenarsi, infine disillusi, sulla richiesta più economica «E uno shot quanto costa?». Per i tipi che compongono questa categoria tutto costa troppo. E le lamentele, sull’ingiustizia dei prezzi, scorrono a fiumi. Questi tipi non sono particolarmente amati dai bartenders, i quali conoscono a memoria l’antifona: per rispondere educatamente a ciascuna delle (almeno 10) domande che gli vengono rivolte, si è creata, nel frattempo, una consistente fila al bancone di persone che iniziano a mostrare segni di impazienza. Qual è l’antifona? Il 99% delle volte il ‘lamentone’ andrà via senza ordinare nulla. Al massimo un bicchiere d’acqua. Offerto dalla casa naturalmente.

 

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Dimmi cosa bevi e ti dirò chi sei

di Carla De Leo

Riconoscere la personalità degli avventori che si affacciano al bancone di un locale appare possibile: in virtù delle richieste dei consumatori si possono individuare alcune 'tipologie' di clienti. Abbiamo osservato da vicino i comportamenti dei clienti in alcuni locali della capitale.


Periodico Italiano Magazine - Direttore responsabile Vittorio Lussana.
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