26 Settembre 2023
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Questo Paese è letteralmente alla deriva, ormai totalmente rincoglionito dalla televisione. Anche a livello comunicativo e interpersonale non si sa più dove sia di casa la buona creanza e un sano livello di professionalità. Si tratta di un veleno che striscia pericolosamente nella nostra società, una prona accettazione di contraddizioni insane verso le quali si tende alla più assoluta indulgenza: c’è chi si pone il problema dell’eccessiva distanza tra il proprio ufficio e la sua abitazione e poi magari pretende di difendere quei lavoratori che tutte le mattine si alzano alle sei per riuscire a raggiungere il loro posto di lavoro in fabbrica; c’è chi legge troppo di fretta e non capisce un ‘tubo’ di quel che si scrive o si dice; e c’è persino chi ha perso completamente il senso del limite, facendo degenerare ogni evento, anche il più lieto, nella polemica più contestataria e inconcludente. 4415 Ottobre 2010
di Vittorio Lussana
Avevi 44 anni quando sei uscito dalla mia vita. Negli ultimi tempi, avevo pienamente percepito il soffio della morte che stava arrivando: ti spiava di soppiatto, chiedendomi di stare calmo. Sul cinema d'impegno14 Ottobre 2010
di Vittorio Lussana
Più sensibile verso l’analisi antropologica della nostra vita quotidiana, il cinema italiano ha saputo spesso rappresentare uno specchio assai fedele dei cambiamenti avvenuti nel nostro Paese: la ‘commedia all’italiana’, per esempio, ha donato al pubblico spunti satirici e verità ‘squarcianti’ che hanno letteralmente illuminato le ordinarie vergogne della nostra cieca corsa verso un benessere grettamente materialista. Ma vaffanculo, va…13 Ottobre 2010
di Vittorio Lussana
A Michele Santoro è ‘scappato’ un “vaffanculo” ed è stato temporaneamente sospeso dalla Rai. Ma, in fondo, un ‘vaffanculo’ è solamente un ‘vaffanculo’. |