28 Maggio 2023
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Emma aspettava, nel fondo della sua anima, un principe azzurro “beddu beddu” come Amedeo Nazzari in ‘Le notti di Cabiria’, alla fine troverà Antonio Ficara, un poco più basso di lei, stempiato, impiegato delle poste, ma almeno “viene dalla città e sa parlare corretto”. “Schizzata” è un lamento disperato di dolore e rabbia che Chiara – la protagonista – urla, nel suo monologo, a squarciagola, nel tentativo di comprendere, metabolizzare e alleviare le sue pene. La storia, percorsa a ritroso, ci offre lo spettacolo di una giovane donna al culmine della follia: costretta a prostituirsi e violentata (soprattutto nell’anima) dal suo uomo diventato carnefice, comprende che la sua vita è irrimediabilmente sfregiata. Quella di Alfonsina Storni è stata un'esistenza vissuta intensamente: trasfusa in versi strappati all'osservazione del quotidiano. Uno sguardo lucido, tenace, mai ipocrita. Anche di fronte alla devastazione di un male incurabile sul quale l'unica forma di controllo è, forse, il poter decidere quando lasciarsi andare alla morte. Tre stereotipi di donne si incontrano, si scontrano, si confrontano. C’è la ‘Figa’, tutta ‘smaltini’, frivolezze e vezzosità; c’è poi l’arrampicatrice sociale, assessore comunale del centrodestra, che inanella i consueti e ormai stantìi luoghi comuni del linguaggio politico attuale; e c’è la depressa, con la sua visione più realista e tuttavia costretta a ‘impasticcarsi’ per riuscire a resistere alle imposizioni stereotipate di una società ipocrita e falsa. |